ETERNO - SIMONE ANDREOLI
ETERNO - SIMONE ANDREOLI
ETERNO - SIMONE ANDREOLI
Eterno ricorda l'odore di una foresta di pini bruciata dal sole.
L'odore del legno e delle resine calde infonde un senso di appartenenza, un senso di protezione.
Un rifugio vergine.
Un senso di appartenenza.
La foresta si richiude su di me, sussurrando il suo respiro attraverso i suoi rami e nascondendomi dal sole. Il cielo è coperto di legno e resine, scudo impenetrabile, che mi protegge e mi isola dal mondo. Esiste un rifugio, a un indirizzo sconosciuto, sospeso nell'infinito.
Una porta verso la sicurezza e la comprensione, spalancata su una terra di rinascita senza tempesta. Il tempo deforma lo spazio e la materia ma tu rimani intatto e resisti illeso perché sei il rifugio eterno di ricordi immortali.
Nessuno sa di cosa è fatto il mio sogno: è la stessa sostanza che abita un pensiero innocente come la bellezza.
J'inserisco quindi questo pensiero nella camera della vita, scatola di specchi, dove il mio sentire si riflette sull'infinito.
Declino lentamente e mi dissolvo nel vuoto. Mi dedico all'oscurità della mia casa, una dimora di appartenenza dove mi sento custodita e custode. Un molo segreto per tutte le carte nautiche, affinché anche io possa nascondermi.
Tutti i viaggi non alludono alla loro destinazione, ma, nel loro divenire, possono condurvi al sud di voi stessi.
Il senso della mia marcia, del mio viaggio... Un sentiero nei boschi di un deserto, all'ombra di un colore che non riesco a distinguere.
Otto i miei passi, otto il mio numero, simbolo dell'infinito, preludio al ritorno.